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    Sigfrid si era allontanato dalla citta' per starsene in mezzo alla natura, la confusione che aveva creato nel borgo era stato un buon pretesto.

    Sono veramente delle mezzeseghe!

    Pensava allo scontro di qualche giorno prima, si trovava da una settimana li e avevafatto solo un incontro interessante.

    Era simpatico il duca!

    Un altra riflessione mentre la sua bocca dilaniava il torace di un cinghiale alla stregua di una bestia. Il povero animale era stato ucciso strappandolo a meta'.

    La prossima volta potrei provare con un orso

    Il cacciatore di mostri amava il pericolo...
     
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    galatea-piccola
    La lunga camminata che aveva portato Delia dal borgo alle campagne era stata fatta sotto un brillante sole primaverile. L'odore di erba che cresceva, i pollini, la leggera brezza che tirava dalle valli circostanti ed i rumori dei contadini e degli animali avevano reso la passeggiata piacevole, nonostante le premesse di quella fossero di per sé abbastanza interessanti da rendere quel piccolo viaggio molto allettante.
    La donna si muoveva aiutata da un lungo bastone da passeggio (alto, in verità, per via delle sue dimensioni giunoniche) e possedeva un fagotto dalle dimensioni sospette che portava allacciato alla schiena, ma non ne sembrava né piegata né affaticata in alcun modo; assieme a questo teneva anche una botte il cui rumore mentre dondolava era segnale evidente che trasportava qualche liquido. Il lieve alito del vento muoveva leggermente il velo che le copriva parte del viso e tutta la testa, rivelando i lunghi capelli d'oro che altrimenti sarebbero stati ben nascosti, e le lunghe vesti grigie e bianche che coprivano la sua figura; vesti sporche e che dovevano aver visto giorni migliori, ma la cui natura trasandata non nascondeva il brillante ricamo dorato a forma di sole splendente che aveva sul petto. E fischiettava: fischiettava non come sarebbe potuto essere consono ad una donna del suo rango, ma come il pastore che portava al pascolo le pecore.
    La sua meta era una casetta al limitare dei campi, in realtà non molto distante dal borgo in sé, ma quasi alla fine del contado, lì dove c'era sempre più pericolo di venire attaccati o infastiditi, ma da come Delia si muoveva non sembrava troppo angosciata dalla cosa...
     
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    Mi pare di avere sentito un Gallo!

    Alzava la testa ancora sporca di sangue per poi aggiungere.

    Ucci,Ucci, è tempo di massacrucci!

    Cantava mentre trascinava la sua spada a terra cosicché da creare un forte rumore, amava essere al centro dell'attenzione.

    Volete prendermi? Sono qui figli di puttana!

    Diceva sprezzante mentre si guardava lentamente attorno.
     
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    galatea-piccola
    Al fracasso si fermò, di colpo: smise di fischiare, lasciò un passo a metà (restando abbastanza in equilibrio) e fermò il dondolio della botte. La mano si strinse attorno al bastone mentre il viso si muoveva a destra e sinistra con aria abbastanza sorpresa, ma non spaventata come ci si sarebbe aspettato potesse essere una donna a sentire quelle grida.
    Ascoltò, paziente, ed il suo orecchio esperto riconobbe i colpi di qualcosa contro il terreno.
    «Credo proprio che sia... oh, Cielo, com'è si chiamano quei banditi?» commentò a sé stessa con voce bassa, il tono interrogativo ma ancora abbastanza attenta da capire, poco dopo, mentre Sigfrid inveiva contro i suoi nemici, dove si trovasse la fonte del baccano. La mano libera si avvicinò al mento, posandovisi sopra per sottolineare il suo ragionare.
    Si schiarì la voce, poi con un tono alto e chiaro ma senza ancora urlare, per richiamare l'attenzione del braccato: «Chiunque voi siate, sono solo di passaggio e non cerco guai!» avvertì perentoria ed anche un po' da maestrina «E siccome non so chi vi cerchi, faremo finta di non esserci mai incontrati!»
    D'altronde, chi poteva dirle, se non la Voce del Divino Sole, se davanti avesse il colpevole di qualche crimine o qualche povero disgraziato? Se ci fosse stata necessità del suo aiuto o che fosse ella ad affrontare il pericolo certamente ci sarebbero stati segni più evidenti e non un semplice vociare concitato tra le campagne. No?
     
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    Il suo capo si fermava all'udire di quelle parole, come un segugio che trovava la sua traccia.
    Un ghigno si dipingeva sul volto di Sigfrid che correva verso la monaca alla stregua di una belva trascinando il suo spadone.

    Cucù!

    Sbucava da dietro un albero per tentare di colpire la guerriera, mirava al suo braccio sinistro

    Attacco: 73
    • 1d4 + 70
      73 (3 + 70)
    • Inviato il
      30/4/2022, 18:36
      Pablomex
     
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    galatea-piccola
    Delia rimase ancora immobile, quando tornò il silenzio dopo le sue parole. Un silenzio innaturale, a seguito di quello che aveva udito poco prima.
    Con la mano libera si tolse la cinta della botte dalle spalle e la poggiò al lato della strada, poi fece roteare il bastone per portarlo nella posizione in cui avrebbe tenuto una spada estratta, con un movimento del polso talmente elegante da non lasciare adito a dubbi: sapeva quello che faceva.
    Ma in quella situazione saperlo non era abbastanza.
    Il gigante uscì allo scoperto con talmente tanta foga e velocità che se lo ritrovò addosso quasi senza accorgersene.
    Non aveva tempo di cambiare arma per rispondere alla minaccia, quindi dovette accontentarsi di usare il suo bastone come scudo roteandolo davanti al suo braccio per intercettare lo spadone in arrivo, piazzandolo in verticale per tentare di coprire maggior superficie, mentre col resto del corpo si buttava indietro per attutire il colpo.

    Punti vita: 150
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    Resistenza 18 < di 73
    ( non mi risultano bonus dal abito talare)

    vita pg redsonja 150-73=77

    La guerriera cercava di reagire instintivamente frapponendk il bastone alla sua spada, ma l'arma della donna veniva spezzato dalla sua forza.

    Crack

    Il mercenario poteva sentire il braccio dominante della monaca fratturarsi, il male minore visto che se la sua difesa aveva evitato un amputazione.
    Il cacciatore inoltre aveva sbilanciato a terra il rivale a seguito del suo impeto, ma nonostante tutto non aveva incalzato.
    Sigfrid si limitava a sospirare, quasi deluso dalla velocità dello scontro.

    Una sorella di Whitehall!

    Ne aveva sentito parlare, ma era la prima volta che ne vedeva una in carne ossa.

    Combatti meglio di molti uomini!

    La sua mente rammentava al massacro fatto in città.

    Ho un favore da chiederti...e ne uscirai viva

    Il guerriero indicava Delia alzando lo spadone con la sola mano destra, ulteriore dimostrazione della sua straordinaria forza.
    Aveva avuto l'occasione di ucciderla,ma non aveva motivo di continuare.
    Infilzava lo spadone a terra per poi sedersi.

    Cosa ci fai qui?

    Chiedeva con sincera curiosità.
     
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    galatea-piccola
    Il bastone fece "crack".
    Il braccio fece "crack".
    Ma guardiamo il lato positivo: ora l'abito grigiastro avrebbe potuto essersi inzuppato del suo stesso sangue. Ringraziando il Dio della Luce, la sorella si fece un lungo pezzo di strada rotolando su sé stessa trascinata dalla forza dirompente del gigante.
    Che poi, gigante: non c'era poi molta differenza d'altezza tra i due, solo una certa differenza di muscolatura ed un diverso modo d'approcciare lo scontro. Palla di cannone, questo sì che poteva essere un buon modo di definirlo.
    Delia si piegò su sé stessa, incassando il dolore sputando a terra come il peggiore dei banditi, ma si trattenne dall'imprecare contro l'uomo: un po' sotto di lei, un po' attorno a lei, schegge della sua arma improvvisata concimavano una scena che a pensare alla sua educazione avrebbero fatto impallidire ogni maestro d'arme che avesse accettato d'addestrarla. Ma Delia si trattenne dal chiedere pietà per la sua vita: col braccio che già si gonfiava e che faceva un male allucinante, stava già cercando di rimettersi in piedi, slacciando dalle spalle il fagotto dalla forma sospetta che conteneva la sua arma, quella vera.
    Sapeva che non c'erano possibilità, in realtà, ma non si sarebbe arresa.
    Ma lui la stupì riconoscendone l'insegna sul petto. Questo le diede il tempo di cambiare la sua espressione iraconda in una maschera di sorpresa, prima, e confusione, dopo; ed il tempo di confermare a sé stessa che non solo il braccio era da buttare, praticamente, ma anche che il costato aveva preso una bella botta. Negli aneliti febbrili che seguirono, riuscì a seguire l'uomo sedersi a terra lasciando da parte l'arma. Non che sembrasse meno pericoloso, anzi.
    «E...» smorfia di dolore «E cosa vorresti?» senza troppi giri di parole: parlare faceva male. Meglio limitare le espressioni allo stretto necessario.
    Alla domanda sospirò, poi guardò la botte intonsa al lato della strada «Portavo... olio... a dei fedeli.» spiegò molto sinteticamente.
    Approfittò del momento per togliersi parte dei veli dalla testa per cercare di fasciarsi il braccio all'altezza della spalla, tentando di bloccare l'afflusso di sangue in quella zona, un po' aiutandosi con i denti un po' inveendo alla sua mancanza di qualunque attrezzo per curarsi meglio di così.

    Punti vita: 77
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    Sospirava mentre prendeva da un sacchetto e lo lanciava alla sorella.

    Mangiali, sono dei ricostituito che ti aiuteranno a recuperare più velocemente

    Prendeva una piccola pausa per poi continuare.

    Non mi sei utile da morta...

    La squadrava rialzandosi, non si muoveva gli erano bastati quei pochi attimi di turbamento per capire chi aveva davanti.

    Ho bisogno di parlare con il figlio del Duca di Redcastle, lo troverai al Toro senza Corna

    Il cacciatore aveva fatto delle importanti scoperte, ma non poteva ritornare in città, motivo per cui contava nella sua amica.

    Dilli che ti manda il Barone... se non lo farai, quello che hai provato poco fa non sarà che uno scherzo.

    Ghignava, fiducioso di essere abbastanza convincente, anche se aspettava solo un pretesto per usare metodi poco ortodossi...
     
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    galatea-piccola
    Per un lungo momento osservò l'uomo con occhio interrogativo; poi il dolore la costrinse a piegare nuovamente l'espressione in una maschera di dolore. Ma non accettò i ricostituenti, osservò il sacchetto per un momento e poi strinse ancora più forte il laccio emostatico improvvisato. «... è così che chiedi aiuto, solitamente?» ringhiò appena.
    Aveva da pensare, però, e per Sigfrid non sarebbe stato difficile capire che stava prendendo tempo, non rispondendogli: perché inviare un messaggero, se non perché fosse impossibilitato ad entrare in città? Era forse un ricercato, viste le sue urla iniziali? O non poteva attirare l'attenzione su di sé per altre ragioni?
    La monaca si morse con forza il labbro inferiore. Poi alzò gli occhi al cielo.
    Lì, nell'azzurro più intenso di quella giornata primaverile, una corona circondava il caldo e familiare astro che avrebbe dovuto vegliare su di lei.
    Era così bello... così caldo...
    E per un lungo momento si perse in pensieri tutti suoi, in immagini e ricordi e sentimenti inaccessibili oltre quel viso pallido ma beato tra i raggi del sole.
    Poi abbassò di nuovo lo sguardo contro il gigante, uno sguardo decisamente diverso. Di febbrile passione. Allungò una mano a prendere la spada che, slacciata dalle sue spalle, giaceva al suo fianco ma invece di lanciarsi in un ultimo attacco suicida e tentare di vendicarsi, la usò come gruccia per tirarsi su e come bastone per restare in piedi.
    Barcollò verso la botte lasciata al lato della strada, piantò la lama a terra e raccolse con fatica il peso. Qualunque altra persona non avesse avuto la sua muscolatura sarebbe sicuramente stata spezzata, ma Delia riuscì a restare in piedi, riprendere la spada ed iniziò a zoppicare non verso la città, ma verso la sua destinazione iniziale.
    «Quando potrò viaggiare porterò il tuo messaggio. Altrimenti uccidimi adesso e dovrai cavartela da solo.» dichiarò dandogli le spalle «Io cammino nella Luce della Fiamma Sacra ed in essa il mio spirito è forgiato: non ho paura né di morte né di dolore. E certamente non di quello che potrebbe farmi un uomo.»
    Ovviamente parlò con estrema fatica, ma tentava comunque di tenere un tono solenne, di preghiera, e per quanto riuscisse a farlo, di camminare a schiena dritta, con le dita così strette attorno alla spada da avere le nocche ancora più pallide.
     
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    Risposta sbagliata

    Il modo di fare saccente di Della non era gradito, inoltre aveva messo in secondo piano la sua "missione".

    Metterò alla prova la tua fede!

    Sfilava nuovamente la sua spada con il medesimo intento di poco prima.
    Questa volta però non vi era il bastone che poteva ridurre i danni.
    Sigfrid scattava feroce verso Delia, cercando di portare nuovamente un fendente all'arto fratturato.
    La sua preda era già in difficoltà, voleva semplicemente prendersi un trofeo. Un braccio poteva essere un monito sufficiente per incutere timore, inoltre "scortare" la donna alla Baronia avrebbe potuto smuovere un po' le acque.
    Attacco: 72
    • 1d4 + 70
      72 (2 + 70)
    • Inviato il
      1/5/2022, 23:59
      Pablomex
     
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    galatea-piccola
    Nonostante fosse di spalle, Delia tenne le orecchie ben aperte: era grosso, ben armato e circondato da ferraglia, se si fosse alzato avrebbe certamente fatto rumore. Quindi prese lunghi respiri e strinse le dita attorno all'elsa così forte che le nocche le divennero più pallide di quanto già non fossero.
    E, pure che avesse mancato il trucchetto e ci avrebbe rimesso una libbra di carne (o peggio), non sarebbe stato brutto tanto quanto se avesse ceduto alle sue minacce.
    Quindi il gigante si mosse e, quando le sembrò fosse abbastanza vicino, avrebbe tentato di attutire il colpo con la botte di legno che aveva sulla spalla; la sua idea era che, se fosse riuscita ad incassare e la botte si fosse rotta, le sarebbe bastata una piccola scintilla del metallo per appiccare fuoco all'aggressore.
     
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    Sigfrid apriva le braccia per lo schernire l'interlocutrice.
    Dove è il tuo Dio adesso? Ahahah

    La reazione della donna aveva evitato il peggio, ma la sua forza era decisamente su un altra scala.
    L'equilibrio già precario dello spadone della monaca non era d'aiuto, l'arma si spezzò come la botte, ma il corpo della donna rimase integro.
    Lo stress subito aveva peggiorato la situazione, mentre il mercenario era fresco come una rosa.

    Ti porto a piccola

    Avrebbe preso la guerriera prossima allo svenimento per poi mettersela in spalla, diretto verso la Baronia.

    visto che il tuo pg è rimasto a 5 pf, direi di chiudere e creare una free in Baronia che dici?
     
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