"Camminare prima di correre, trottare prima di galoppare"

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    "questa è una storia di qualche anno fa..."

    Quella non era una terra di cavalieri, in verità: se non per il titolo di cui si fregiavano i nobili guerrieri che finivano poi per farvi capo, quasi nessuno che possedesse un cavallo lo usava per caricare il nemico, andare in parata o farsi lunghe passeggiate. I cavalli erano o da lavoro o da viaggio. Robusti, muscolosi, docili e gran lavoratori. Giusti per portare la carrozza di una giovane signora, non perché lei li montasse.
    Quando Delia era ancora nell'età in cui si possa credere che il mondo sia esattamente ciò che ti raccontano i tuoi genitori, guardava le lezioni impartite al suo gemello con invidia e desiderio; credeva che se avesse pregato abbastanza, se fosse stata brava o avesse fatto abbastanza capricci le sarebbe stato permesso, prima o poi, di imparare a sua volta a cavalcare una di quelle bestiole rassegnate. Ma il tempo passava ed al massimo le veniva concesso di fare le trecce alle lunghe criniere o di fare qualche bel ricamo a tema, mentre Wulfric passava dai pony ai più massicci frisoni. Ed a nulla valeva le smorfie, le acrobazie ed i doni che le faceva per cercare di tirarla su di morale: ella si era schiantata contro la realtà del loro piccolo mondo e capì presto che non sarebbe stata l'ultima volta.

    I due fratelli avevano sette anni appena quando, in un giorno in cui i loro genitori erano particolarmente impegnati, il delfino di casa Hellsing prese sua sorella e la trascinò in una delle stalle: erano giornate particolari, quelle, poiché nonostante Ser Hellsing e la sua dama non fossero particolarmente affettuosi era raro che lasciassero la cura dei loro figli unicamente ai servi, soprattutto nell'età in cui iniziavano a prendere abitudini che si sarebbero portati avanti nel tempo. Era per loro il momento di modellare il loro carattere e formare i giovani adulti che avrebbero dovuto prendere posto nel loro mondo.
    Ma, per una volta, le sale della Cattedrale erano chiuse ai soli membri dell'Ordine che erano già stati insigniti del cavalierato e nessuno aveva preteso che il proprio pupillo fosse presente alla riunione che si teneva lì. Quindi Wulf aveva trascinato Delia lungo le strade del borgo con una fretta che solitamente non avrebbe mostrato; quasi non le aveva dato il tempo di mettersi la cuffia sui capelli!
    E una volta che furono davanti una specifica stalla si prodigò a muovere a pietà un povero garzone con tanta di quella insistenza che, per la fine della giornata, Delia aveva ritrovato tanto di quel sorriso da ripagare i giorni cupi degli anni a venire.
    Wulf tentò di ripetere questo sciocco gioco altre volte nel corso dei successivi mesi, approfittando dei momenti di quiete in cui i loro genitori erano distratti per qualche motivo, anche solo quell'oretta dopo i pasti in cui si riposavano prima di riprendere la loro faticosa giornata, ma vennero scoperti e puniti. Delia non avrebbe mai dimenticato le sculacciate e le tirate d'orecchio ricevute, ma ne era valsa la pena e suo fratello non sembrava fargliene una colpa. Anzi.

    I due compirono dieci anni quando, finalmente, il loro padre si decise a permettere alla sua buona figliola di prendere delle vere lezioni.
    In pieno inverno, con la neve alta e tutti intenti a tenere vivi i Divini Fuochi nel monastero e nel borgo, una leggiadra e docile giumenta ormai non più nell'età di poter dare alla luce dei puledri sani venne regalata a Dama Hildegarde; il giovane stalliere che aveva dato le prime lezioni fu scelto per accompagnarla nelle sue passeggiate, mentre a darle vere dritte su come stare in sella (e tenere la lancia, ma questo fu il segreto di Pulcinella) fu un Cavaliere appena investito.
    Le lezioni, che prevedevano la presenza di entrambi i bambini, erano ideate principalmente per il maschietto, ma l'altra sapeva ben stare appresso a ciò che le veniva spiegato; "cammina prima di camminare, trotta prima di galoppare" era il motto del loro maestro, che partendo dalle basi di come tenere dritta la schiena in parata cercava di spiegare loro come correre senza perdere l'equilibrio o abbassarsi senza coprirsi la vista con la testa dell'animale o cosa fare se cercava di disarcionarli. Più volte Delia si ritrovò a buttarsi a terra e rotolare via prima che gli zoccoli della sua cara amica le schiacciassero la testa, più volte restò impigliata nel tentativo di risalire in sella cercando di imparare a farlo mentre il cavallo correva tra gli ostacoli del sottobosco, più volte mimò una giostra con suo fratello cercando di capire come parare i colpi altrui senza ritrovarsi a dover affrontare un cavaliere da terra...
    In meno di un anno, la bambina dimostrò un'attitudine ed una maestria tali da spingere i suoi accompagnatori a dover richiedere al Ser suo padre di essere aiutati nel gestirla e di trovarle un destriero più degno della vecchia ma cara creatura su cui stava imparando le arti della sella: non c'erano ostacoli che non sapesse saltare, aveva da tempo capito come tenere le redini con una sola mano, si occupava da sola di stringere le cinghie che la tenessero al suo posto e si dilettava nell'usare alcune armi per fare acrobazie che ne rischiavano l'osso del collo, se qualcuno non la fermava in tempo.
    In compenso, la gioia e la gratitudine con cui ripagava le decisioni dei suoi amati genitori avevano aiutato i due a mettersi l'anima in pace, guardando Wulfric e Hildegarde mentre sfidavano il vento.
     
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